Per fortuna la Sardegna di erbe è ben fornita, per la sua condizione di isolamento e per la geomorfologia del territorio. Se l’Isola ospita circa 3.000 specie vegetali, ben 397 di queste sono riconosciute come piante medicinali endemiche, cioè esclusive della Sardegna.
Qualche esempio di automedicazione naturale ci arriva dall’Ogliastra, una delle regioni storiche della regione. Conosciuta anticamente come Barbagia Trigònia, è una zona che ha conservato abbastanza bene quest’aspetto della sua identità, come testimoniato da numerose interviste.
La tradizione orale testimonia, per citare qualche caso, l’infuso di foglie di oleandro (Lionaxi) come disinfettante esterno, il cataplasma di foglie di gigaro punteggiato (Satzaròi) per curare le ustioni; l’olio dei frutti di lentisco (Moddissi) per trattare la scabbia; il decotto dei rami di Capelvenere (Erba chi non infunde) per combattere l’odiata forfora.
Ancora, l’impacco di foglie di pervinca sarda (Proinca) per curare l’articolazione del ginocchio, l’impiastro delle foglie di bietola (Eda) per le contusioni; il decotto del rizoma e dei rami di felce maschio (Finisci masculu) massaggiato sulle parti colpite da artrite.
Il gel identificato come Mexina® Complex è il risultato di un pool di piante endemiche e non della Sardegna con formulazione tramandata da più di 80 anni e resa poi utilizzabile ai fini produttivi/cosmetici/farmaceutici dalla ricerca, sul territorio e di laboratorio, da parte di Arvurepharma, società impegnata nella valorizzazione di un patrimonio di medicina popolare sarda che andava via via scomparendo.
Il gel così realizzato è stato utilizzato con successo, in vari campi della medicina, pur essendo ancora registrato come cosmetico; alcuni di questi sono:
BREVETTO N. 1412533: Estratto di Sedum Caeruleum per uso terapeutico e /o cosmetico